09. Dal 1700 al 1799.

 

Dall’anno 1700 al 1799

Vedute di Genova e fatti storici

Autori  e vedute varie

1702. Il Doge diventa Altezza. Il Doge crede di aver vinta impresa di gloria ricevendo nel 1702 titolo d’Altezza da Filippo V di Spagna. (Malnate, 1892).

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1706. GENNES

1706. Alexandre de Rogissart, Les delices d’Italie ou Description exacte de ce pays, de ses principales Villes, et De toutes les raretez, qui il contient, En trois Tomes. Par le Sr. De Rogissart. Enrichis de figures en taille-douce. Tome troisieme. A Leide, chez Pierre Vander Aa, 1706. Avec privilege. Pag. 615.

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???. Corsica. Scoppian più sanguinosi i conflitti de’ ribelli Corsi: e la repubblica impotente, ricorre agli stranieri, e questi, mai sazii, le smungono l’erario.
Il solo Principe di Wittenberg per regalia ebbe da Genova una spada con impugnatura d’oro e una mazza con brillanti per oltre 200 mila scudi. Ma lo straniero più ha e più vuole. (Malnate, 1892).

1716. Carlo Alberto di Baviera. Usava la Genovese Repubblica incontrare i Principi con ossequii di senatori e feste in mare.
Si legge che al passaggio del principe Carlo Alberto di baviera (1716) nel Porto si improvvisò un galleggiante, a cui diedero nome Nettuno, vero palagio fantastico, rimorchiato da galee. Ivi luminarie, musiche, feste della nobiltà, e balli giocondi con le dame più cospicue per beltà e ornate che parean regine. (Malnate, 1892).

1717. Il Papa contro i Turchi. … dall’impresa del 1717 il Papa venne ad armare in Genova contro i Turchi: e le navi equipaggiò di genovesi, eccetto il comando che volle riserbato a’ cavalieri di Malta. (Malnate, 1892).

 

1720. CARTE DE GENES ET DE PARTICULIERE SES ENVIRONS

1720 CARTE DE GENES ET DE PARTICULIERE SES ENVIRONS

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1743   GENNES

Veduta di Genova dal mare molto simile a quella di Van der AA, ma invertita rispetto a quella come allo specchio. Probabile riproduzione alla camera chiara (come una scatola fotografica che inverte l’imagine). Da destra: Capo di Faro con la Lanterna poi il colle di San Benigno con Sanpierdarena a ponente e l’arco portuale a levante. Manca il Molo nuovo costruito nel 1638. Molo Vecchio con la Torre, numerosi velieri all’interno e molti anche in rada davanti alla città. La città è ben delineata con l’evidenza di alcune strade. A levante del colle di Carignano il fiume Bisagno. Immagine tratta dal libro: “Les délices de l’Italie: contenant une description exacte du pais, des principales villes, de toutes les antiquitez, & de toutes les raretez qui s’y trouvent. Ouvrage enrichi d’un très-grand nombre de figures en taille-douce / Tome quatrieme, a Amsterdam, chez Pierre Morlier. 1743. Mm 150×175.

A seguire il testo tradotto da: Les delices de l’Italie, contenant une description exacte du Païs, des principales Villes, de toutes les Antiquitez, & de toutes les raretez qui s’y trouvent. Ouvrage enrichi d’un tres-grand nombre de Figures en Taille-douce. Tome quatrieme. A Amsterdam Chez Pierre Morlier. 1743.

GENOVA

…  Comunque sia, in effetti è una delle più belle & delle città mercantili di tutta
Italia. È situata sul bordo del mare, attorno al quale forma un anfiteatro. È costruita
in parte su terre piatte che si trovano sul bordo del mare, & parte sulla montagna. Le sue case sono tutte col tetto piatto, & di solito appaiono belle; ma le strade sono molto strette e le case molto alte fino a sei & sette piani, il che le rende un po’ scure, soprattutto nei quartieri che stanno intorno al porto. Man mano che si sale le case diventano sempre più belle. Esse sono costruite meglio, & meno alte, & quasi tutti i tetti sono coperti da giardini, o di vasi pieni di fiori & e di alberelli. Voi immaginate bene che una simile situazione apparirà molto affascinante alla vista; e così si dice che ce ne siano tre siti intorno a Genova, per cui questa Città è considerata una delle più belle del mondo. Il primo, è circa un miglio tutto intorno al mare, per cui questa Città si presenta ai vostri occhi come un affascinante teatro. Il secondo, è dall’alto della torre del Faro, dove la varietà dei diversi edifici, & dei giardini di cui abbiamo, incanta la vista: & il terzo enfine, è l’altezza delle montagne che la circondano, per cui questa Città prende un nuovo aspetto, che la fa apparire nuova ai vostri occhi. Ma se questa città è così piacevole alla vista, essa è comunque molto scomoda [da visitare]. Il terreno sale e scende, il che insieme al poco spazio delle sue strade, la rende impraticabile alle carrozze; così che se ne incontrano pochissime: le Signore vanno in portantina, & i Signori in piccole carrozze che conducono loro stessi.

Genova è circondata da una doppia fortificazione, che inizia dal mare da un lato, & arriva per finire al mare dall’altra parte. La prima di queste fortificazioni, che è la migliore, racchiude la Città. È una muraglia notevole, guarnita di cannoni. L’altra abbraccia tutte le alture che la circondano, ed ha la funzione di cortile.
Il suo porto è grande e profondo; ma si ritrova esposto a
Labeccio, o vento d’Africa, che è il più pericoloso & il peggio dei venti che regnano sul Mediterraneo. È difeso da un lato da
un molo che avanza più di seicento passi nel mare, & dall’altra da una montagna che la forma di un piccolo capo. Il Faro, che è chiamata la Torre della Lanterna, è una costruzione molto alta, nella parte superiore della quale si accendono dei fuochi di notte, per servire come guida per i bastimenti che corrono il rischio di sfasciarsi contro le rocce, perché l’ingresso al porto è molto difficile. È stato Louis XII. Re di Francia, che ha fatto costruire questa Torre. [La Torre era presente dal 1313 quando ne venne una al Molo Vecchio e l’altra al Capo di Faro che in seguito prese il nome di Lanterna. Nel 1524 venne distrutto dai genovesi il forte Briglia che Luigi XII aveva fatto costruire per il controllo della città. Solo la torre, detta Lanterna, venne ricostruita subito dopo per segnalare l’ingresso al porto]
Il porto è diviso in due parti, o per dirla meglio, è stato fatto un trinceramento che forma un bacino separato. Per mettere le galere della Repubblica al coperto.
É circondato da edifici molto belli, di cui il principale è l’Arsenale, dove si conservano armi, polveri, & altre munizioni di guerra della Repubblica. È un edificio molto bello, & che merita attenzione del viaggiatore.

Non c’è stato un luogo dove il governo sia stato più vario di quello di Genova. É stata sottomessa ai Romani come tutte le altre Città d’Italia [e di Francia]; & noi leggiamo che dopo Magone, fratello di Annibale, la presa e rovinata, è stato inviato Lucrezio per ristabilire, Secondo Tito Livio, che dice che sia arrivato sotto il Consolato di C. Servilius Cepion & di C. Servilio Nepote. Dopo la decadenza dell’Impero Romano, i Genovesi caddero sotto la dominazione dei Lombardi. Dopo i Lombardi, si governarono da sé ; ma in una maniera così tumultuosa & così incostante, che si osserva che non c’è uno Stato che abbia sofferto le più grandi & le più frequenti rivoluzioni. più frequenti. Talvolta è stato il popolo che ha scelto un Capitano, cui conferire la sovranità dello Stato; altre volte i Nobili scelsero questo Capo, & si resero tutori del Governo: oggi essi si danno a qualche Principe vicino: domani rinunceranno a questa dominazione. Essi si sono successivamente assoggettati ai Francesi, all’Arcivescovo di Milano, al Marchese di Montferrato, al Duca di Milano, & di nuovo ai Francesi. Ci sono stati due intervalli tra queste dominazioni
stranieri, durante i quali sono stati governati da Conti, da Capitani, Governatori, Luogotenenti, Rettori, Abbati del Popolo, Riformatori, &c. Alla fine, uno di questi Nobili chiamato Andrea Doria, ha restituito la libertà a Genova, nell’anno 1528. & da allora è sempre conservata.
Il suo governo è puramente Aristocratico. Genova ha un Capo, che è chiamato il Doge. Quando viene eletto su di lui viene messa una corona d’oro sulla testa, e un scettro in mano, per via del Regno di Corsica che è posseduto dalla Repubblica di Genova; ma ciò non è che una cerimonia: non è che il fantasma di una Regalità, tutta la Sovranità di Genova, così come quella di Venezia, risiede nel Senato che è composta dalla Nobiltà.

La carica di Doge è solo per due anni, & durante questo periodo colui che lo possiede vive nel Palazzo della Signoria, con sua moglie, & tutta la sua famiglia. La sua tavola è servita da dipendenti della Repubblica; ma quando i due anni sono terminati, viene avvertito che deve ritirarsi nella sua casa. Non è capitato mai che abbia proseguito; in più, le Leggi dello Stato evitano dal conferire questa Carica al alcuno della sua famiglia, & lui non sarebbe in grado di ritornare che dopo cinque anni. Queste Repubbliche, che non lasciano nessun potere a coloro che esse scelgono per loro Capo, hanno provato a consolarli con alcuni simboli della sovranità,
L’abito del Doge di Genova è è assolutamente bellissimo. Indossa un abito di velluto color cremisi, con un berretto quadrato, & quando cammina nelle cerimonie, ha sulla testa una mitra coronata, & porta davanti a sé
due sacchetti di monete, & una spada nel fodero. Lo chiamano Serenità, & i Senatori Eccellenza.

I Nobili di Genova su vestono come vogliono; ma non portano mai una spada, anche se loro hanno la qualità dei Duchi, di Marchesi, di Conti, di Baroni, nomi che traggono dalle terre che possiedono la maggior parte nel Regno di Napoli, & che i re di Spagna hanno loro venduto o permesso di comprare, per impegnarli strettamente nei loro interessi.
La vecchia e la nuova Nobiltà di Genova, gode gli stessi privilegi, ciò dà sofferenza alle famiglie più vecchie; perché a Genova, come altrove, cento anni più o meno nobiltà gonfiano il cuore, & ci si sente di gran lunga più stimabili. Noi non pretendiamo minimamente di sminuire l’importanza che si deve a certe famiglie di Genova. Tutti sanno, per esempio, quella dei Fieschi ha dati due papi alla Chiesa, & numerosi Cardinali distintisi per merito; che quella dei Doria era molto feconda di grandi capitani. Oberto Doria
ha posseduto a lungo la Sovranità della sua patria ; è stato lui che ha sconfitto l’armata navale dei Pisani alla vista della Città. Pagano Doria ha battuto la flotta di greci, dei Veneziani, & dei Catalani che fecero lega assieme. Branca Doria ha posseduto per lungo tempo il Regno di Sardegna; infine non c’è guerra di Casato che abbia prodotto in così gran numero grandi uomini. La famiglia Spinola non è meno illustre. Quando c’è stato un Opicino, che dopo aver dato sua figlia al figlio dell’Imperatore Paleologo, ha portato il Principe in Italia, & lo fece Marchese del Monferrato. Questo dimostra assai bene l’antichità di questo Casato, & la stima che essa ebbe nel mondo. La generosità di Carlo [Grimaldi], che è venuto in soccorso di Carlo VIII. Roy di Francia, & che diede un forte sostegno alla Francia, ha reso la famiglia Grimaldi stimabile per tutta la posterità; ma infine ciò che non ha riguardato il Senato di Genova, & le dispute & le piccole guerre civili di questi Casati non hanno contribuito al Regolamento che è stato fatto, che il Doge doveva prendersi alternativamente nei corpi della antica e della nuova Nobiltà.
Le signore di Genova sono quasi tutte vestite alla Francese. Esse amano il lusso, & e in genere parlano molto correttamente. Le donne di condizione mediocre: portano il vertugadin [cuscino sui fianchi a sostegno della gonna: guardinfante, crinolina].

I genovesi sono ricchi, ma lo Stato è molto povero. Questa repubblica, che è stata precedentemente la Signora di tutto il Mediterraneo, che ha dettato legge a tutti i suoi vicini, che ha servito così utilmente i Principi Cristiani nelle guerre delle Crociate, languisce oggi in una molle oziosità; & di tutto quel gran numero di vascelli che essa possedeva allora, a malapena conserva cinque o sei galere. Il suo commercio consiste in sete, velluti, tessuti in seta, damaschi, rasi, broccati d’oro e d’argento, riso, confetture, limoni, olio, formaggio di Parma, acciughe, crema tartara, & altre spezie del Levante; ma sono negoziate e molto decadute.

Si dice comunemente di Genova, «Montagne senza legno, Mare senza pesce, Uomini senza fede, & Donne senza vergogna»: Monti senza legno, Mare senza pesce, Gente senza fede, & r & Done senza vergogna: le prime due parti di questo Proverbio possono essere vere, ma per le altre due, possiamo dire che a Genova come altrove, il buon grano è mescolato con la paglia. Si possono incontrare uomini molto sinceri & e donne di forte onestà, & anche in un gran numero altrove. …

La Cattedrale, è una delle più belle Chiese di Genova. È comunemente chiamata Duomo; è dedicata a San Lorenzo: è un edificio molto grande, ma che non ha la bellezza delle Chiese di Napoli. Il Duomo è situato su un piccolo rilievo, il che contribuisce molto ad illuminarlo. La Chiesa è tutta rivestita di marmo all’esterno, le sue porte sono ornate con belle colonne della stessa materia. L’interno non corrisponde all’idea che uno si è fatta guardando l’esterno. Tutto ciò che si trova è rimarchevole, queste sono le colonne che sostengono la volta, una statua di San Giovanni Evangelista in marmo, & una tavola del Barocci. Si possono anche notare le figure dei Canonici; non sono che di legno, ma il lavoro è fortemente stimato. In questa Chiesa si conservano le ceneri di San Giovanni Battista. Si trovano in un contenitore d’argento sostenuto da quattro colonne di porfido. Viene mostrato anche un piatto d’un solo smeraldo, che Baldovino Re di Gerusalemme fece in dono alla Repubblica, in riconoscimento dei servizi che aveva ricevuto. Ha una aspetto ottagonale; la sua circonferenza è tra i tre-quattro palmi, & ha circa un dito di spessore. Si dice che questo sia uno dei regali che la Regina di Saba fece a Salomone.

La Chiesa dell’Annunciazione è la più bella Chiesa di Genova. E’ stata costruita a spese della sola famiglia Lomellini, per i Cordellieri [religiosi dell’ordine deu francescani] che la gestiscono. La volta è tutta dorata; le colonne che la sostengono sono di marmo, & tutte le pareti sono coperte di eccellenti dipinti. Gli altari sono magnifici; sono tutti ornati di bellissimi quadri di Rubens, o di Giulio Romano, & di altri grandi Maestri.

Si contano a Genova ventinove Parrocchie, venti Collegi, diciassette Comventi, di cui non faremo una descrizione. Ci accontenteremo di evidenziare le cose maggiormente degne della curiosità del Viaggiatore. A Santo Stefano c’è un bellissimo dipinto, di Giulio Romano, che rappresenta la lapidazione del Santo: all’Oratorio di San Giovanni Battista, si apprezza il capolavoro d’Altare, dove c’è una notevolissima tavola di Vandek [Van Dick]. Potete trovare anche un’ottima tavola del Tintoretto, a San Francesco; è un San Giovanni che battezza Nostro Signore. Una delle più belle cose che ancora si possono vedere nelle Chiese di Genova, è la Cappella della famiglia Doria. Si trova nella Chiesa di San Matteo. Questa famiglia è magnifica in tutto. Che cosa possiamo ancora vedere ancora di più bello se non il Palazzo di Andrea Doria? È senza dubbio il più superbo che ci sia a Genova. E presso la Torre della Lanterna, & occupa tutto il terreno che si incontra dal bordo del mare fino alla cima della montagna. Nella sua parte inferiore, si trova una bella galleria pavimentata con marmo bianco & nero, sostenuta da belle colonne dello stesso materiale. É lunga circa ottanta passi, & ha una vista sul Porto. Dopo di essa si trova un bellissimo giardino, in mezzo al quale si osserva una bella fontana, ornata di Statue, tra le quali è rappresentato Andrea Doria, capo di questa famiglia, sotto le sembianze di un Nettuno molto più grande del naturale. Ai due lati ci sono delle voliere piene zeppe d’uccelli.

Il Palazzo sorge appena davanti alla collina. Gli appartamenti sono magnifici. Nulla si può vedere di più ricco che il mobilio. Le colonne dei letti sono in argento; vedrete tavoli di diaspro, alabastro, agata, o argento scolpito, & sbalzato in bassorilievo. Ce n’è uno tra gli altri che si dice valesse 24 mila écus [antica moneta francese]. Oltre ciò tutto è pieno di statue, busti, bassorilievi, stucchi dorati, o pitture squisite. Tutta la sala in cui entrate, & che è fatta a forma di portico, è coperta da pitture dei migliori maestri. É possibile inoltre osservare questa Iscrizione sui muri del Palazzo:

Per grazia di Dio & del Re,

Tutto è del Padrone di casa.

E si dice che questi due versi non siano stati scritti tanto per vanità, quanto per smentire il Governatore di Milano, che aveva detto alla Regina di Spagna che doveva alloggiare in questo palazzo, che i mobili che avrebbe visto erano stati portati da diverse persone di Genova.

Oltre questo palazzo c’è una una bella casa di campagna, & dei bei giardini che si estendono fino alla sommità della montagna. Questi giardini sono adornati con pergolati, serre, busti & statue. Tra queste ultime noterete quella di Giove, presso la quale vedrete l’Epitaffio d’un cane che aveva cinquecento écus di pensione annuale per nutrirsi. C’è inoltre una grotta di conchiglie, opera molto stimata, & che è molto comune nei giardini di Genova.
Dopo aver visto questo palazzo, è necessario
d’andare a vedere il Palazzo della Signoria [Palazzo Ducale]. E’ là dove dimorano i Dogi & i Consiglieri che sono al servizio della sua persona, che per tale motivo lo chiamano Governatore. Chiedete di visitare il piccolo Arsenale. Vi verrà mostrata la “punta” di una antica Nave, a cui gli antichi Romani davano il nome di rostrum. Esso è di metallo, & termina col muso di un cinghiale. Voi saprete da una iscrizione che gli è a lato, che fu trovato nel porto di Genova mentre lavoravano per ripulirlo. Vedrete anche delle corazze che sono state fatte per le donne, come si può pensare per le forme del seno. Si dice che siano delle Nobili Genovesi che si fecero crociate nel 1301 sotto il Pontificato di Bonifacio VIII. Presso questo palazzo è la Chiesa dei Gesuiti, la cui abitazione può essere messa tra i Palazzi di Genova. Incontrerete dopo la Strada Nuova che è la più bella strada di Genova: è larga & dritta, & i suoi due lati sono bordati di belle case, o di Palazzi Magnifici.

Non siamo in grado di dire quanta bellezza si scopre con un colpo d’occhio in questa strada: tutto è incantevole, & e di una appropriatezza che stordisce. Si vedono altre case che si credono essere più belle delle precedenti che le hanno fatte dimenticare per ciò che di raro & di singolare ha visto nelle altre. Nonostante ciò il Palazzo di Carlo Doria ha ha qualcosa di straordinario, & che deve a lui dare la preferenza, tanto a causa della quantità di marmo di cui è rivestito, & per la regolarità della sua architettura, che per la ricchezza e la sontuosità del suo mobilio.

Non è nella Strada nuova solamente che vediamo le belle case, tutte le strade un po’ larghe, tutta la magnifica Periferia di S. Pier d’Arena ne è piena. É per questo che con ragione questa Città è chiamata Genova la Superba; titolo che le calza perfettamente, non solamente perché i suoi Abitanti sono fieri & superbi, ma per la magnificenza & del lusso dei suoi edifici. Non parleremo oltre, & noi rinvieremo quelli che vorranno essere istruiti più a fondo, alla descrizione che ci ha dato P. Rubens; Pittore famoso, che le ha tutte rappresentate in disegni. [1] Noi ci accontenteremo di indicare i nomi dei più considerevoli, come quelli dei Pallavicino, degli Spinola, dei Balbi, in uno dei quali c’è uno specchio, del valore di sessantamila écus, dei Grimaldi, dei Saluti [Sauli ?], dei Negro, dei Lomellini, dei Tursi, &c.

C’è un’Accademia a Genova, i cui membri che la compongono prendono il nome di Endormis, Adormentati. Essa ha prodotto gente di grandi capacità. La casa dove si radunano merita attenzione, sebbene che sia il portico dei Mercanti: quest’ultimo edificio è assai piacevole.
Tra i Tribunali di Genova il più temibile è quello che si chiama il Collegio deiSindaci Sovrani. Una delle loro principali obbligazioni è di tener d’occhio la condotta del Doge; & se succede che ha fatto qualche errore durante il suo Governo, i Sindaci lo citano davanti al loro Tribunale fino al punto di essere deposto dalla sua Carica, & lo condannano a qualche pena, secondo la qualità del fatto. Se egli è ben piazzato nella sua Carica al contrario, i Sindaci gli danno un Certificato che è inutile per farsi eleggere un’altra volta.

Questo è quello che dovevamo dire di Genova; iniziamo a presentare la strada per Milano …

[1] Palazzi Antichi di Genova raccolti e disegnati da Pietro Paolo Rubens, in Anversa, appresso Giacomo Meursio, anno 1652.

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1746. Genova respinge e scaccia gli austriaci. Allora si ridesta tutta la fierezza ligure. Il popolo è in armi: e per il popolo segnatamente la repubblica dà prova al mondo di quell’antico valore che si credeva spento. Così nel 1746 Genova, da sola, per popolare virtù, respinge e scaccia dalle sue mura gli austriaci. E poi, con scarsissimi aiuti, fuga dai suoi confini terrestri gli austro-sardi e dal mare le potentissime flotte Britanniche. (Malnate, 1892).

1746. San Giovanni di Pre. Nel 1746 gli Austriaci, in seguito ai moti del Balilla, avevano occupato la Commenda di Prè, ma furono fatti scendere dal campanile a suon di cannonate sparate dall’Acquaverde. (Malnate, 1892).

 

1747 ca. Jefferys Thomas, A South View of the City of Genoa. Veduta  a volo d’uccello con sottostante le referenze di 106 punti di interesse.

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1747-1800. Gli inglesi bloccano il porto. Ma Britannia che si era fatta grande alle nostre sciagure; che il dominio de’ mari a sé evocò collo stendardo stesso del nostro San Giorgio, ingelosì a quel rifiorire del genovese commercio. E con memorando blocco venne ad opprimere il Porto di Genova.
Quarantadue e sino ottantadue bastimenti genovesi, tanto è ancor l’ardire de’ nostri marinai, sfuggono al blocco (1747-1800). (Malnate, 1892).

1748. Capitan Borro e la flotta inglese. Un Capitan Borro nel 1748, al comando d’una galeotta, per dar soccorso a’ suoi passa in mezzo a’ vascelli inglesi, che bloccavano il Porto; e’ riceve 270 colpi di cannone, ma trae a salvamento viveri e uomini. (Malnate, 1892).

 

1751. Salmon, Lo stato presente in tutti i paesi …

 

1756. Corsica e Capraia. Dieci anni dopo [1756] la sua [di Genova] armata è di 4 galee, impotente, nonché a mantenersi la Corsica, a sottomettere la pur ribelle Capraia. (Malnate, 1892).

1767. Cessione della Corsica. Dopo dieci secoli di dominio Genova nel 1767 cede alla Francia la Corsica; e, misero compenso, la Capraia è domata dalle armi francesi. (Malnate, 1892).

1773. GENOVA nel solo giro delle sue mura vecchie con l’esposizione delle chiese e luoghi principali. Misurata a passi geometrici da Giacomo Brusco ingegnere Aiut. 1773. Carta topografica dalla Lanterna alle mura sul fiume Bisagno. 77 riferimenti numerati. Scala di 500 passi geometri. Mm 300X450. Autore BRUSCO Giacomo. Fa parte della guida DESCRIPTION DES BEAUTES DE GENES ET DE SES ENVIRONS. Ornée de différentes vues, de tailles douces, et de la carte topographique de la ville, Gravier, 1773. PDF da Archive: https://ia800905.us.archive.org/22/items/gri_33125008489805/gri_33125008489805.pdf. Notizie biografiche su Giacomo Brusco: http://www.treccani.it/enciclopedia/giacomo-agostino-brusco_(Dizionario-Biografico)/

1773 BRUSCO FG B2.07

 

 

1776. Genova ha 2418 soldati. Genova a tanto è discesa che nel 1776, fatto censo degli armati, si trova che 2418 soldato sono a difesa dell’intera repubblica. (Malnate, 1892).

 

1780 ca. Remondini, stampatori di Bassano del Grappa. Vue du Palais de Monsieur le Conte Durazzo dans la rue de Balbi a Genes / Veduta del Palazzo di S.E. il Sig. Conte Durazzo nella Strada Balbi in Genova /Gg 2

1780 ca REMONDINI PALAZZO DURAZZO

Veduta della facciata che dà su via Balbi del Palazzo Durazzo (o Reale) acquerellata. Mm 325×430.

 

1780 ca. Die Anfart und Landung zu Genua bey dem Spinollais Palast. – L’Abord et Debarquement a Gene pres du Palais de la Famille Spinolla.   Desiné par Francois Xav. Habermann (1721-1796) Gravé par Jean Benoit Winkler (1700-1797). Veduta animata dell’approdo e sbarco a Genova al Palazzo Spinola con scalinata a mare. Difronte allo sbarco una galea e una barca che porta persone a terra. Costumi settecenteschi. A sinistra una stele decorata con fiori e a terra una pietra con bassorilievo di persone con abbigliamento antico. In fondo palazzi e campanili immaginari. mm 300×430. Coll. B2.04.

Die Anfart und Landung zu Genua bey dem Spinollais Palast. – L’Abord et Debarquement a Gene pres du Palais de la Famille Spinolla.  FG B2.04

 

 

1781Brusco, Giacomo Agostino; Guidotti, Giovanni Lorenzo <sec. 18.>, incisori
Description des beautés de Genes et de ses environs ornée de differentes vuës, de tailles douce, et de la carte topographique de la ville. A Genes : chez Yves Gravier libraire sous la Loge des Banquis [Genova ; Gravier, Yves] 1781.

1781, Descriptions des beautes de Gênes et des ses environs, ornée de differentes vües, de tailles douce, et de la Carte Topographique de la Ville. A Genes MDCCLXXI, chez Yves Gravier, Libraire sous la Loge des Banqui.

1781, Descriptions des beautes de Gênes et des ses environs, ornée de differentes vües, de tailles douce, et de la Carte Topographique de la Ville. A Genes MDCCLXXI, chez Yves Gravier, Libraire sous la Loge des Banqui.

1781, Vue du Pont Royall: 1. Banc de S. George, 2. Port Franc. Guidotti inc.

1781, Vue du Pont Royall: 1. Banc de S. George, 2. Port Franc. Guidotti inc.

 

1781. Vue de l'Albergo des Pauvres. Guidotti dis. e sculpsit.

1781. Vue de l’Albergo des Pauvres. Guidotti dis. e sculpsit.

 

1781. Vue de l'Eglise de S. Laurent, et Palais Negroni.

1781. Vue de l’Eglise de S. Laurent, et Palais Negroni.

 

1781. Vue du College des Jésuites dans la Rue Balbi. Guidotti sc.

1781. Vue du College des Jésuites dans la Rue Balbi. Guidotti sc.

 

1781. Rue du Palais Durazzo dans la Rue Balbi. Guidotti sc.

1781. Rue du Palais Durazzo dans la Rue Balbi. Guidotti sc.

 

1781. Vue de la Place de Banchi.

1781. Vue de la Place dit l’Acqua Verde.

 

Vue de la Place de Banchi.

Vue de la Place de Banchi.

 

Vue du Pont de Carignan.

Vue du Pont de Carignan.

 

 

1789. Due navi inglesi affondano la nave francese Modeste.. … nel 1789 nelle acque medesime del Porto, e sotto il tiro delle sue artiglierie, permette che due navi inglesi con perfidia assaliscono la fregata francese Modeste, vilmente scannando l’intero equipaggio. Fu la più triste offesa al diritto delle genti che disonorò, Inghilterra, Genova e il secolo.
Tenta la repubblica di espiar sua colpa con 4 milioni di franchi alla Francia: ma è agonia non più vita la sua. (Malnate, 1892).

1797. Caduta della Repubblica genovese. Caduta di fatto la genovese Repubblica nel 1797, colla prima costituzione impostale dalla Francia … (Malnate, 1892).

1799. San Benigno. Dopo la rivoluzione francese i religiosi sono cacciati e la chiesa semidistrutta. Le reliquie del venerabile Beda furono portate a Subiaco. Nel 1805 il campanile venne dimezzato ed usato per comunicare (eliografo) con Sori e Savona.

 

 

 

 

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